Trieste è la città:
- degli scrittori: Joyce, Rilke, Svevo, Saba, Magris, Heinechen
- dei caffè storici
- del mare e delle spiagge nascoste
- delle passeggiate nella natura del Carso
- del castello di Miramare e dei palazzi asburgici
- dell’arte contemporanea
- della vela
- delle sinagoghe e delle chiese ortodosse
- della scienza
Porto sull’Adriatico, fra mare e Carso, fra Italia e Slovenia, Trieste è una città di frontiera e di respiro internazionale.
Svevo e Joyce: si può cominciare a esplorare Trieste attraverso i luoghi sveviani. La città ha preservato i suoi luoghi, è la città di Zeno, Emilio, Alfonso e Angiolina e di altri personaggi della letteratura Triestina. Li possiamo immaginare assieme quando entriamo in un caffè o in un teatro, quando passeggiamo lugo le strade o le piazze, quando ci avventuriamo per il Carso o lungo il mare. Il Caffè San Marco, il Teatro Verdi, il Molo Audace e la Biblioteca Civica ci parlano ancora di quel tempo.
Visita i musei di arte antica e moderna della città.
Fai una passeggiata fra mare e cielo lungo il sentiero Rilke, visita il Carsiana, il giardino botanico, la Grotta Gigante, attraversa la frontiera a piedi fra Italia e Slovenia o assaggia uno dei prodotti delle ‘osmizze’ sparse lungo il Carso. Oppure lungo le sue strade, i mercati dell’antiquariato, la sinagoga, la chiesa ortodossa, la chiesa evangelica, il Colle San Giusto,
Sole e mare, approfitta del Parco di Miramare, scopri le spiagge nascoste intorno alla città.
Gastronomia
Le numerose "anime" di Trieste influenzano la vita quotidiana con le abitudini proprie dei numerosi popoli che nei secoli l'hanno abitata e che ancora la caratterizzano: la cucina proposta nei "buffet” cittadini, locali tipici d'ascendenza mitteleuropea, è una sapiente e profumatissima fusione delle tradizioni locali, austriache e slave. Gli spuntini sono ancora oggi costituiti da carne di maiale bollita nella classica caldaia e prosciutti cotti, crudi e in crosta, salsicce, magari serviti con crauti, salsa al cren, paprika o cumino. Come primo piatto si consiglia la jota, una zuppa preparata con cotenna di maiale, patate, fagioli e cappucci agri, oppure il goulash, le trippe o lo sguazeto, uno spezzatino di vitello. Fra le specialità troviamo anche gli gnocchi di pane e prosciutto, quelli con la marmellata o farciti con le prugne.
Ricette venete e vini
Ricette venete a base di pesce sono il brodetto, i risotti e i sardoni in savor: dall'entroterra provengono le insalate (il radicchio, la rucola), i bruscandoli e, soprattutto, i vini che sulle tavole si alternano alla birra. Il vino locale a Denominazione d'Origine Controllata è il Terrano, rosso ed intenso: per farlo conoscere è stata istituita dal 1986 la Strada del Vino Terrano, che porta da Opicina a Visogliano. Nelle trattorie della provincia si possono degustare gli altri vini D.O.C. dei Carso: il Rosso, il Malvasia ed il bianco Vitovska Garganja.
L'altipiano
I contadini dell'altipiano, ai quali era stato concesso per decreto imperiale di poter vendere liberamente i propri prodotti per un periodo di otto giorni all'anno, organizzano le cosiddette “osmizze", dove si possono gustare vini e specialità locali: produzioni tipiche sono anche quelle di formaggio Tabor, a Monrupino, e di miele, a San Dorligo.
I dolci
I pasticceri triestini offrono squisite varianti locali dei più famosi dolci austriaci (la "sacher", i krapfen, lo strucolo cotto, lo strucolo de pomi, (varianti locali dello strudel) ed i chiffeletti, piccoli dolci realizzati con un impasto di farina, uova e patate e fritti nell'olio.
I dolci per le ricorrenze
Nel periodo pasquale si può gustare la pinza, un pane dolce lievitato che ancora oggi molte donne realizzano in casa e portano a cuocere nei forni dei pane, e le sue varianti più ricche, come la titola, che comprende una guarnizione con un uovo sodo, la putizza e il presnitz. Tipiche dei carnevale, invece, le fritole, particolari frittelle rotonde farcite e poi tuffate nell'olio e le fave, piccoli dolcetti rotonti a base di mandorle e aromi.
I caffè
Vi è anche la Trieste di Joyce, Svevo e Saba, il porto brulicante di voci e sapori esotici, gli splendidi caffè che per i triestini sono veri e propri salotti, dove è possibile discutere, lavorare, scrivere, leggere e studiare.